UMANITÁ
” Il sole del 25 illuminò uno degli spettacoli i più orrendi che si possa immaginare. Il campo di battaglia è cosparso di cadaveri di uomini e di cavalli. Sono disseminati sulle strade, nei fossati, negli avvallamenti, nei cespugli, sui prati, soprattutto nei dintorni di Solferino. I raccolti sono devastati, il grano calpestato, le siepi sconvolte, i frutteti saccheggiati. Di tanto in tanto pozze di sangue. I villaggi sono deserti, portano le tracce del guasto della moschetteria, delle bombe, delle granate, degli obici. Le case, i cui muri sono forati dalle palle di cannone che hanno aperte larghe brecce; le case diroccate, rovinate. I disgraziati feriti che si raccolgono durante la giornata sono pallidi, lividi, annientati. Alcuni, soprattutto coloro che sono stati gravemente colpiti, hanno lo sguardo inebetito, sembrano non comprendere quello che si dice loro, fissano gli stralunati su coloro che gli prestano soccorso. “
Henry Dunant, “Un Souvenir de Solférino” (pag 25)