“Immagini e volti indimenticabili” – il racconto di Enza Romano

I Volontari della Croce Rossa Italiana svolgono senza sosta svariate attività per fornire supporto ai migranti. Tra le numerose attività vi sono l’assistenza psico-sanitaria ed attività di Restoring Family Links (RFL) per aiutare i migranti a mantenere i contatti familiari, oltre allo svolgimento di attività volte ad alleggerire il peso dell’isolamento.
La nostra Volontaria Enza Romano è rientrata da poco a Roma, dopo aver svolto una missione in mare. Il servizio, svolto dai Volontari della Croce Rossa Italiana provenienti da tutta Italia, consiste nel supporto fornito al Governo allo scopo di contenere la pandemia causata dal Covid-19.  Enza è salita sulla nave, che si trovava in mare già da un mese e ha trascorso 19 giorni a bordo insieme ad altri 24 Volontari e 300 migranti (sia adulti che bambini), partiti dai centri di prima accoglienza. Il tempo tra l’esito del primo e del secondo tampone è trascorso tra qualche “lezione” di italiano e le attività per i più piccoli.  Enza ha voluto condividere con noi la sua esperienza.

 

Cosa ti ha spinto ad intraprendere questa esperienza?
La consapevolezza delle difficoltà incontrate dai migranti nel loro percorso verso una vita migliore mi 
ha sempre avvicinata ad attività che li riguardano. Ci sono varie qualità che ognuno di noi può mettere a disposizione  degli altri in tali situazioni. Io in particolare, essendo interprete d’inglese e bengalese (la lingua del Bangladesh), ho sperato di poter dare un contributo.    

 

– Quali sono le emozioni che ti hanno accompagnato durante questo servizio?  
Un sentimento di vicinanza a chi deve lasciare famiglia e riferimenti sicuri. Anche il senso di unità d’intenti con i colleghi di Croce Rossa ti fa sentire forte e ti fa provare sentimenti di fratellanza intensi. Le emozioni sono state contrastanti, tra l’euforia e lo stress dei continui servizi, la gioia di incontrare persone meravigliose tra gli altri colleghi, il dispiacere di lasciare la nave.
– Quali sono le emozioni che trasparivano dai volti dei migranti?
Molti di loro sono provati, tristi, spaventati. Alcuni hanno perso amici e parenti nel cammino. Vivono nell’incertezza quotidiana, col timore di non farcela ed il dolore di vivere lontani dai loro cari. Eppure riescono ancora a ridere, a chiedere aiuto con il loro fare timoroso e rispettoso e a regalarti una barchetta fatta di carta con il loro nome per ringraziarti.
– Vuoi raccontarci un episodio che ti è rimasto impresso?
A volte si ha il privilegio ed il peso di ascoltare frammenti delle loro storie: ti si stringe il cuore e ti si aprono gli occhi su realtà a noi lontane. Gli episodi che mi sono rimasti impressi sono più d’uno. Un bimbo di due anni e mezzo con la sua mamma al giorno del loro imbarco, un giovane minore con le lacrime agli occhi di paura il giorno del suo sbarco, i racconti serali di alcuni ospiti che ti raccontano le prove che hanno affrontato ed il sollievo del momento in cui sono stati ritrovati e raccolti in balia delle onde. Immagini e volti indimenticabili.

 

 

– Quale bagaglio di emozioni e di pensieri hai riportato a casa?
L’emozione più grande è vedere il momento in cui gli ospiti possono finalmente lasciare la nave. Sorrisi negli occhi pieni di speranza di una nuova vita e di gratitudine verso chi fino a quel momento si è preso cura di loro. Sempre più imparo ad osservare la vita che faccio con apprezzamento e gratitudine. E vedo sempre più quanto una semplice parola gentile può far bene al cuore di chiunque incontriamo sul nostro cammino.

 

 

(Le foto riportate nel presente articolo sono state fornite dalla Volontaria Enza Romano. L’intervista a cura delle Volontarie Clelia Buccheri e Naomi Maisano)