#DIB – Disconnettiamo il Bullismo

#DIB – DISCONNETTIAMO IL BULLISMO
Un progetto dei Giovani di CRI Roma 5
Una foto scattata al momento sbagliato, un commento fuori luogo su facebook, un hashtag offensivo, e i compagni di classe che iniziano a prenderti in giro… “ciccione!” “Frocio!” “negro!” rimbombano nella tua testa e tu, solo contro tutti, cominci a pensare che forse te lo meriti, che magari hanno ragione e che non vali niente. Uno scenario che sembra quasi ridicolo per quanto paradossale, eppure, nelle nostre scuole, ogni giorno qualche studente viene così deriso o, per meglio dire, BULLIZZATO. E dalle scritte nei bagni, le offese cominciano a viaggiare sui social ad una velocità esasperante, rendendo questo fenomeno quasi incontenibile e ingestibile. Perché non possiamo controllare ogni giorno i post dei nostri figli o dei nostri studenti, non possiamo togliere loro la libertà di espressione, ma possiamo EDUCARLI al rispetto del prossimo. Si stima che poco più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni sia stato vittima di bullismo, con l’avvento dei social che ha portato una nuova e pericolosa tendenza, quella del cyberbullismo.
Progetto Bullismo e Cyberbullismo

Il nostro Presidente Brunto Scarpellini con Loredana Petrone, in occasione della giornata formativa del 17 Giugno 2018

E così è nato un hashtag contro il bullismo: #DIB – Disconnettiamo il bullismo. Questo il progetto che Sap e CRI Roma 5 hanno portato avanti in 6 scuole nel 5° Municipio, coinvolgendo oltre 700 studenti, 120 docenti e 60 genitori in 6 scuole tra medie e superiori, chiamando a raccolta ragazzi tra i 12 e i 15 anni. L’iniziativa ha visto impegnate le psicologhe del Servizio Psicosociale della Croce Rossa Italiana, 24 volontari under 32 della CRI, i volontari Sap e alcuni docenti universitari esperti in materia. Con grandissimo orgoglio possiamo quindi dire che un progetto così importante sia nato proprio tra le mura del nostro Comitato, dalle menti dei nostri Giovani che, guidati da Angelica Colagrossi, hanno voluto diffondere la conoscenza di questi fatti, educare alla pacifica convivenza e creare un terreno fertile per disseminare la tolleranza e il rispetto della diversità.
“E’ importante parlare della solitudine e dell’emarginazione che troppo spesso vivono i giovani – spiega Francesco Rocca sul Sito Ufficiale – segnali allarmanti, amplificati da una realtà sempre più virtuale e che conducono troppe volte a un ben più grave fenomeno, trasversale e internazionale: il dramma del bullismo e del cyberbullismo. Ecco perché ho voluto essere presente quest’oggi. Mi auguro che questo progetto sia “esportato” in tutta Italia e all’estero, perché la prevenzione e l’informazione sono fondamentali. E in questo, i Giovani di CRI hanno il giusto approccio, prediligendo un confronto peer-to-peer tra giovani che possono contare sull’assenza di un gap generazionale, spesso la difficoltà più grande da superare nell’ottenimento di risultati educativi efficaci”.
“La Croce Rossa Italiana svolge, tra le altre cose, un importante lavoro sull’inclusione sociale nelle comunità che, anzi, rimane una delle nostre mission fondamentali. L’iniziativa di oggi ne è una riprova – conclude il presidente CRI – e ritengo sia molto importante che provenga da un lavoro di collaborazione con una multinazionale come SAP, che ha un impatto significativo nel mondo del lavoro e ha dimostrato una grande responsabilità sociale. E’ fondamentale partire da piccoli modelli per approdare a progetti su vasta scala”.
Le attività sono state svolte presso le scuole di appartenenza dei ragazzi, con la partecipazione degli insegnanti e durante l’orario scolastico: i giovani volontari della Croce Rossa hanno coinvolto gli studenti con azioni basate sul concetto di “peer education”, in cui vi è un diretto passaggio delle competenze e delle nozioni educative, attraverso riunioni, visioni di video, dibattiti, attività in piccoli gruppi e raccolta di “pensieri per gli adulti”, in cui gli alunni hanno potuto dire “anonimamente” la propria. I docenti sono stati coinvolti a monte, attraverso un’informativa sulle tematiche e la descrizione delle attività di progetto con i ragazzi, mentre i genitori  sono stati coinvolti “a valle” attraverso l’informativa e mostrando loro i risultati, rendendoli così partecipi al bilancio complessivo del progetto.